Sommario
- Cosa è successo oggi (in breve)
- Il contesto: cosa prevedeva il progetto originario
- Regole attuali in Slovenia (operative oggi)
- Perché la Slovenia resta (ancora) una scelta vincente per chi ha cripto
- Cosa non dobbiamo fraintendere
- Strategie pratiche per investitori e imprenditori italiani
- Come ti supportiamo (in concreto)
Cosa è successo oggi (in breve)
Il Collegio del Parlamento ha ritirato dall’ordine del giorno di dicembre l’esame del disegno di legge che avrebbe introdotto un’imposta del 25% sui profitti da cripto-asset. La richiesta di ritiro è arrivata dal gruppo parlamentare Gibanje Svoboda. In pratica, il voto non si terrà a dicembre e, secondo la stampa, una eventuale tassazione non arriverebbe prima del 2027 (se mai arriverà).
Il contesto: cosa prevedeva il progetto originario
Il Ministero delle Finanze aveva proposto nel 2025 un impianto di tassazione al 25% sui profitti realizzati da persone fisiche residenti al momento della conversione in valuta fiat o della spesa in beni/servizi, con entrata in vigore dal 1° gennaio 2026. Gli swap cripto-cripto e i trasferimenti fra wallet dello stesso titolare sarebbero rimasti non imponibili.
Tradotto per gli investitori: lo schema puntava a tassare solo quando il guadagno “esce” nel mondo reale (euro, acquisti), non durante i passaggi tra criptovalute.
Regole attuali in Slovenia (operative oggi)
- Per le persone fisiche che non svolgono l’attività di trading come impresa, le plusvalenze da cessione di valute virtuali non sono soggette a IRPEF (dohodnina). È invece imponibile quando l’attività è svolta come impresa/lavoro autonomo (con metodo analitico o a forfettone normato). Fonte: FURS (Agenzia delle Entrate slovena).
Questo è il punto chiave per il 2025 (e, dopo il rinvio, con alta probabilità anche per il 2026): in assenza di nuova legge, l’orientamento FURS resta valido.
Perché la Slovenia resta (ancora) una scelta vincente per chi ha cripto
- Chiarezza regolatoria attuale: framework chiaro su cosa è non imponibile per le persone fisiche non in attività.
- Nessuna criptotassa nel 2026: il rinvio odierno rende improbabile un’imposta nel 2026; se se ne riparla, è più realistico dal 2027 in poi.
- Ambiente UE stabile: rimani nell’eurozona, con banche solide e processi AML/KYC maturi per chi desidera aprire conti aziendali e strutturare società operative. (Contesto normativo: proposta 2025 ora sospesa).
Cosa non dobbiamo fraintendere
- Il rinvio non è un’abolizione definitiva: è una pausa politica/procedurale. Nuove versioni della legge potrebbero tornare dopo il ciclo elettorale.
- L’assenza di imposta sulle plusvalenze vale per persone fisiche non in attività; imprese e trading svolto come attività seguono regole fiscali ordinarie (base imponibile da reddito d’impresa e contributi).
- AML/KYC: banche e fornitori di servizi cripto applicano procedure severe; è essenziale predisporre documentazione sull’origine dei fondi e sulla tracciabilità.
Strategie pratiche per investitori e imprenditori italiani
- Residenza & struttura: chi valuta il trasferimento può combinare residenza personale in Slovenia con d.o.o. (SRL) per attività operative (IT, consulenza, e-commerce, holding di partecipazioni).
- Conto aziendale: aprire un conto in banca slovena con profilo di rischio chiaro e documenti KYC completi riduce tempi e richieste integrative.
- Policy cripto interna: definire procedure per registri di acquisto/cessione, conservazione di estratti e wallet audit trail, così da essere pronti anche se la normativa cambierà in futuro.
- Piano “what-if 2027”: simulare scenari con e senza imposta (25% sui realizzi fiat/spesa) per non trovarsi impreparati se il progetto legislativo rientra in aula.
Come ti supportiamo (in concreto)
- Valutazione fiscale personalizzata (persona fisica vs attività; residenza; eventuali stabili organizzazioni).
- Costituzione società (d.o.o.) e apertura conto con pre-verifica KYC/AML.
- Accounting & compliance continuativa (IVA/IRPEF/IRES slovene, libri, rendiconti, policy cripto).
- Percorso di trasferimento in Slovenia (residenza, permessi, iscrizioni) con tempi e checklist.
Per molti profili sì: ambiente stabile UE/euro, banche affidabili, regole attuali favorevoli per persone fisiche non in attività e un ecosistema business efficiente. Valutiamo insieme caso per caso.
Nella bozza 2025 non lo erano; si tassava la conversione in fiat o la spesa in beni/servizi. Oggi, con la legge rinviata, valgono le regole attuali FURS (non imponibilità per persone fisiche non in attività).
Allora i proventi rientrano nel reddito d’impresa (o lavoro autonomo) con regole e contributi ordinari: serve contabilità e corretta determinazione dell’imponibile.
La proposta 2025 prevedeva il 25% con decorrenza 1 gennaio 2026, ma l’iter è ora sospeso; realisticamente, se se ne riparlasse, sarebbe dal 2027.
No. Oggi non l’ha introdotta: il Parlamento ha rinviato l’esame su richiesta della maggioranza. In assenza di nuova legge, non c’è un’imposta specifica sulle plusvalenze cripto per persone fisiche non in attività.
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